Jason by Laurell K. Hamilton

Jason by Laurell K. Hamilton

autore:Laurell K. Hamilton [Hamilton, Laurell K.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Urban Fantasy
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2016-09-28T22:00:00+00:00


7

Sebbene avesse acconsentito al sesso orale con me e con J.J., Jade non capiva perché dovessero essere presenti degli uomini. Io fui irremovibile. Allora lei, piangendo, disse che non l’amavo. Aspettai con pazienza che la crisi passasse, e alla fine Jade cedette.

E così avrei passato la seconda notte di J.J. a St. Louis in un modo assolutamente privo di precedenti: andando a letto con ben due donne. Accipicchia!

Jean-Claude acconsentì a farci usare il suo enorme letto a baldacchino. Era costruito su misura, «dimensione orgia», come lo chiamavamo tutti, con un grande baldacchino attrezzato per poter assicurare catene e funi. Era l’unico letto abbastanza spazioso per accoglierci tutti, se per qualche miracolo J.J. e Jade si fossero sentite sufficientemente a loro agio da far partecipare i ragazzi, e quello era davvero un grosso «se». Organizzavo la mia vita sessuale e le cacce ai vampiri con lo stesso criterio pragmatico: ero preparata a ogni eventualità. Era un metodo che mi aveva salvato la vita quando davo la caccia ai vampiri; speravo che avrebbe salvato anche le mie relazioni sentimentali da un’orgia bondage.

Il colore delle tende, delle coperte, delle lenzuola e delle federe cambiava periodicamente. Quel giorno, c’erano coperte bianche, cuscini rossi e neri appoggiati alla testiera e tende rosse e nere inframmezzate da garza bianca. Rosso e nero, con al centro un fiore bianco, era anche il copriletto ai piedi del letto. A prima vista, il fiore mi era sembrato una sanguinella, ma avevo poi scoperto che era una rosa stilizzata. Qualsiasi cosa fosse, era molto bella.

Ero seduta contro la testiera, sui cuscini, con Jade accoccolata al mio fianco. Nathaniel era steso sul letto, legato a gambe e braccia divaricate; il letto era così spazioso che io e Jade non toccavamo né le corde di canapa nera, in spiccato contrasto con le coperte bianche, né le braccia di Nathaniel. Quando si era lasciato legare, diventando «indifeso», i suoi occhi si erano riempiti di pace. Era l’unico a essere già nudo, col bellissimo corpo immobilizzato, in attesa che disponessimo di lui come avevamo concordato. Gli avevamo sciolto i capelli, e le ciocche castano-ramate, che gli arrivavano sino alle caviglie, si allargavano sotto di lui come uno stagno di seta. Sembravano più rossi del solito, sul letto immacolato. Probabilmente avremmo dovuto togliere le coperte, prima di legarlo: nel corso della notte, le avremmo senza dubbio rovinate. Certe macchie non vengono via neppure con un ottimo lavaggio a secco.

Noi ragazze indossavamo camicie da notte quasi identiche, ma quella di Jade era scarlatta, mentre, a quanto pareva, a J.J. piaceva la biancheria azzurra. La mia era nera; il pagliaccetto della sera prima era troppo trasparente per quello che avevamo organizzato. Poteva sembrare sciocco, da parte mia, visto che avevo acconsentito a fare sesso e che, a un certo punto, sarei rimasta nuda in mezzo a molta altra gente nuda, ma in certi momenti era una questione di sentirsi a proprio agio, non di logica. E avevo bisogno di sentirmi a mio agio quanto più possibile.

I capelli



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